giovedì 7 agosto 2008

Cappuccetto rosso

La favola di una possibile trasformazione

La favola di Cappuccetto Rosso ha una struttura più complessa di quanto si possa immaginare. Come tutte le storie concepite probabilmente a cavallo tra il 1650 e il 1700, anche la favola della bambina che si dimentica delle raccomandazioni della madre appartiene a una precisa corrente della filosofia alchemica che proprio in quei decenni aveva rivolto l'attenzione sul ruolo della percezione come strumento di indagine e consapevolezza della realtà.

La madre, simbolo della saggezza trasmessa dalle donne esperte della vita e dalla tradizione dei saggi e dei filosofi alchimisti, "invita" la figlia (l'anima psichica ancora ingenua e sprovveduta) ad affrontare le esperienze dei sentimenti e degli affetti (chiamata dagli alchimisti Rubedo, "arrossamento", da cui il significato simbolico del cappuccio rosso). La bambina dimentica presto le raccomandazioni della madre di non perdere tempo lungo il tragitto; è attratta dalle esperienze sensoriali e si sofferma a raccogliere fiori, fragole e frutti di bosco, metafora della ricerca di emozioni che contraddistingue la dimensione psichica ed emotiva dell'esperienza.

La filosofia alchemica afferma infatti che la fase di esperienza dei sentimenti deve essere il più breve possibile, poichè l'anima psichica, se rimane tale e non evolve in anima razionale (la nonna), corre il rischio di diventare vittima della "libido" altrui (il lupo). Il lupo è sempre in agguato, pronto a "cibarsi" dell'anima ingenua che non si accorge di essere osservata, studiata, analizzata in tutti gli aspetti, anche quelli a sfondo commerciale, politico e demoscopico.

La seconda parte della favola descrive il processo con cui l'anima psichica viene "inglobata" dal sistema delle abitudini sociali attraverso sistemi occulti di manipolazione della psiche individuale e collettiva. Noi non ce ne accorgiamo, ma il lupo veste i panni della nonna (la razionalità ritenuta buona e saggia) molto più spesso di quanto crediamo. Dietro l'apparente aspetto di "grandezza" esteriore (che occhi grandi che hai...), e morale (che orecchie grandi che hai), si nascondono le fauci fameliche di coloro che conoscono i "trucchi" per ammaliare, suggestionare, convincere e inglobare l'anima psichica all'interno del sistema.

Che il sistema si chiami società consumistica, conformismo morale, passività intellettuale, ecc.. non ha importanza. L'individuo può salvarsi solo se affina la percezione sensoriale e intuitiva (il fiuto del cacciatore) e colpisce "al cuore" il sistema fondato sulla manipolazione delle informazioni e delle immagini. Solo in questo modo l'anima psichica può riemergere ancora viva dalle abitudini conformi agli scopi della sopravvivenza e della conservazione della specie e raggiungere un grado di coscienza razionale sufficiente per salvarla da ulteriori agguati.

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